e “La battaglia di Hacksaw Ridge” – 2016.
In copertina una foto del vero Desmond Doss
di Paolo Cavaleri
CINETICA – Probabilmente questa sarà una delle considerazioni più lontane che intercorrono fra voi e me, fra tutti noi. È sempre ottima cosa, riunirsi, guardarsi e cercare la cosa migliore per l’insieme, ma mirare a questo ogni volta porta a uno svilimento del singolo.
Negli articoli precedenti, con i desideri e il percorso, abbiamo provato ad andare agli albori di determinate inclinazioni caratteriali che in questa rubrica possiamo riscoprire tramite i film, ma adesso proveremo ad andare poco più indietro, ancora più a monte, davanti a quella cosa che ognuno di noi ha e che è svilita dal vivere comune: l’Identità.
Che cosa succederebbe se potessimo dire quello che pensiamo veramente davanti a chi non è in accordo con noi, ad apparire per come non conviene agli altri e ad agire per come crediamo davvero?
Non dobbiamo sempre e comunque andare necessariamente d’accordo.
Penso che l’importante sia vivere senza usare e/o ostacolare il prossimo.
Le divergenze di opinione possono portare al dialogo e risolversi in un giusto compromesso. Proprio questo attenua la scintilla della natura caratteriale. Che cosa succederebbe se fossimo costretti ad operare per una cosa che non sappiamo esser giusta, quanto potremmo essere disposti a sopportare le convenzioni di un contesto, gli standard da non superare e gli atteggiamenti da non confutare?
No, il mio non è divertimento nel provocare o godimento della dissacrazione di ciò che è sacro, ma solo una equa visione di contrappeso che talvolta, non solo potrebbe portare al risultato sperato, bensì a ritrattare la condotta degli attori in gioco.
Questa volta, una storia dove schierarsi dalla parte o dall’altra ha poco senso, perché quando si pensa davvero con la propria testa si è in grado di cambiare il senso delle cose e il destino di molte vite.
A voi l’omaggio cinematografico di un uomo realmente esistito, un uomo che dalle proprie intenzioni tirò fuori l’impervio agir che mosse altre coscienze, un uomo che si è saputo ascoltare … Desmond Doss.
“La battaglia di Hacksaw Ridge” – 2016.
“Soldato Doss lei è libero di gettarsi nell’inferno della guerra senza alcuna arma a proteggerla”
Thomas Doss è un veterano della grande guerra che vive nel Virginia con la moglie e i due figli.
Uno di questi è Desmond, che essendo credente e dedito a una spensierata vita di comunità, comincia a maturare l’idea di diventare medico per proprio desiderio.
Un giorno, dopo aver soccorso una persona, incontra una giovane infermiera, Dorothy.
Se ne innamora, cominceranno a uscire e a frequentarsi.
Patria, onore e amore
All’attacco del porto di Pearl Harbor, mentre i giorni passano silenti ma pensierosi, il ragazzo risponde alla chiamata alle armi. Col dolore dei genitori e della ragazza, egli cerca di controbilanciare l’istinto violento che la guerra porta nel cuore degli uomini: gli atteggiamenti violenti del padre, portarono Desmond a una aggressione non perpetuata ad egli per una compassione fondata sulla fede in Dio, in più, per lenire il naturale sentimento di odio verso il nemico, ma ricordandosi la sua vocazione, sceglie di essere un obiettore di coscienza;
-“Voglio fare il medico, vado a salvare vite non ad uccidere la gente”-.
Così, dopo una promessa di matrimonio e le credenze di un giovane soldato, parte per il distaccamento prima di approdare al fronte giapponese.
Il soldato Doss
Giunto al campo eccelle subito per le prove fisiche, velocità e resistenza ma le sue convinzioni emergono presto e si attira l’antipatia dei suoi compagni di addestramento. Portato subito dai superiori per non voler imbracciare il fucile, viene minacciato di reclusione fino alla fine della guerra, così dopo derisioni e umiliazioni viene esaminato a processo dalla corte federale.
Fortunatamente, suo padre spinto dal senso del dovere, della compassione e onore che un tempo era più forte in lui, riesce ad avere una comunicazione da un’alta carica che stabilisce come sia diritto di un cittadino americano servire il proprio paese in guerra … senza obbligo di avere un’arma a protezione.
Al fronte dunque, dove un ragazzo di nobili intenzioni varcherà le porte della crudeltà umana.
In prima linea per i fantasmi del passato da sconfiggere, combatterà senza offensiva con atti immediati e insoliti per preservare quello a cui gli altri in un conflitto non danno valore: la vita.
Guarda Osserva Comprendi
La battaglia di Hacksaw Ridge è una pellicola del 2016 diretta da Mel Gibson.
Accanto ad attori come Vince Vaughn e Sam Worthington si mostra un protagonista, Andrew Garfield, capace di trasmettere una intelligenza emotiva in un racconto dove solitamente devono prevalere tattica, azione e immoralità.
Si aggiudica diverse candidature, è vincitrice del Premio Oscar e un BAFTA per il miglior montaggio, una serie di AACTA Award come miglior film, regista, sceneggiatura originale, attore protagonista, fotografia e scenografia. Ancora, tra i migliori dieci film dell’anno per l’American Film Institute, e un Satellite Award per il miglior suono.
Racconta la vicenda realmente accaduta durante la seconda guerra mondiale di Desmond Doss, soccorritore militare della fanteria dell’Esercito degli Stati Uniti per la Battaglia di Okinawa.
Insignito della Medal of Honor, è interpretato e diretto in modo tale da dividere il film in due parti:
la prima, in cui la sua indole è sottoposta a delle regole e la sua identità accompagnata dalle figure genitoriali. Qui, nei suoi primi anni di gioventù è facente parte di una comunità di fine anni trenta. Ha un animo nobile ed è mosso da un istinto di protezione che irrompe nei suoi progetti;
la seconda, dove non potendo non ascoltare la sua natura, lima la sua identità anche per i compagni di reggimento e i superiori. Lascia la sua casa per gli ideali, ma persegue per vocazione:
-“Sono un cooperatore di coscienza”- questo quello che afferma quando gli viene chiesto se è un obiettore di coscienza, alludendo al fatto che la violenza portata dalla guerra sia di per sé errore.
Ciò non essendo digerito dall’ambiente militare, non lede comunque il suo diritto di esprimersi, di far vedere cosa sia veramente.
Desmond potrebbe rappresentare benissimo quegli atteggiamenti che oggi vengono mal visti, ma che hanno un excursus davvero singolare. Questo rientra nei temi della disobbedienza civile o del diritto alla vita scritto e aspirato negli atti di non troppo indietro nella storia, quando nacquero le Costituzioni di tutto il mondo. L’Identità del protagonista, per quanto possa sembrare cruento l’ambiente del film, mette le basi perché un individuo, ascoltando la sua coscienza, posizioni la prima pietra per la ricerca della felicità.
Egli ha in sé sia orgoglio, che lo instrada alla guerra, che propensione all’arte medica.
Viene motivato contro il nemico ma in modo da preservare la vita di ambo le parti … impensabile per un campo da battaglia, ma forse fattibile se l’obiettivo è limitare i danni. Questo duplice sentimento di ostinata protezione e attaccamento all’esistenza è maturato negli anni dove il padre, nel suo avvilimento, picchiava la madre: orienta la rabbia per sfogarla nella compassione, è soldato e medico allo stesso tempo, veloce per muoversi e calmo per valutare la miglior decisione da prendere al momento.
Buona Visione
Questa trama ha delle dinamiche che mostrano come è possibile mostrare e argomentare il proprio pensiero anche nel più dissonante dei contesti. Tuttavia è maestra di come nel tempo, gli stessi pensieri che creano pregiudizi, si sfaldano per gli improbabili atti inaspettati.
L’identità vera non è solo quello che vede, notare nel film la spavalderia dei soldati in addestramento e la loro paura in battaglia.
Si dimostra che sono i fatti a scolpire le parole adatte alla propria Identità …
gli stessi che emergono per l’audacia delle proprie idee …
gli stessi che etichettavano Desmond prima da vigliacco poi da eroe.
-“Quello che hai fatto sulla scarpata è un vero miracolo e ne vogliono far parte, lassù non ci vanno senza di te”-.